Cos’è il diet talk?
Per diet talk si intende il parlare in modo ossessivo di dieta e calorie, il riferirsi al cibo come a un’entità pericolosa per la nostra forma fisica tanto da giudicarlo moralmente, arrivando quasi a credere che il nostro valore dipenda dalle scelte alimentari che compiamo o dal nostro peso.
Tutti noi siamo partecipiamo ai discorsi sul cibo e sul corpo
Se proviamo a prestare attenzione, noteremo che durante la giornata sono molte le volte in cui può capitarci di ascoltare o fare dei commenti sul cibo e sul corpo. In molte di queste occasioni, però, questi non riguardano giudizi entusiastici su un piatto che stiamo mangiando, ma piuttosto, quanti addominali o chilometri di corsa ci toccherà fare proprio a causa di quel piatto calorico o quanti chili prenderemo per via della quantità di carboidrati che abbiamo ingerito in un solo pasto.
Al primo ascolto, queste suoneranno come frasi ironiche, che cattureranno una risata tra i presenti, inaugurando una infinita serie di altre battute “divertenti” sul tema.
In realtà, questo è un atteggiamento tutt’altro che innocuo e divertente, figlio della diet culture, o cultura della dieta, su cui ormai da decenni si fonda la nostra società, che continua a promuovere l’idea secondo cui la magrezza sia un valore da sostenere e una missione da sposare, a tutti i costi.
Ma le conseguenze di un atteggiamento che, anche inconsapevolmente, continua a legittimare e perpetuare i dogmi di una società grassofobica che non accetta ciò che non è conforme alle sue regole, sono molte e piuttosto rischiose, ma passano troppo spesso inosservate. Ecco perché risulta importante prestare attenzione all’argomento e contribuire a rendere innocua questa cultura fondata sul mito della bilancia e sul conteggio delle calorie.
Perché il diet talk fa male
Innanzitutto, fa male alla persona che lo pronuncia e ne condivide il pensiero: giudicarsi in base alla quantità o al tipo di cibo ingerito, al rapporto tra calorie assunte e sforzi fisici effettuati, vivere con il costante bisogno di monitorarsi, privarsi di alcuni cibi considerati “pericolosi” per aderire a un modello imposto dall’esterno, crea disagio e frustrazione e provoca un notevole impatto sulla propria sicurezza e autostima, che ne esce spesso compromessa per via dell’impossibilità di aderire ai canoni irrealistici proposti dalla società. Con questo atteggiamento, del resto, veicoliamo attraverso il cibo, e l’ossessione nei suoi confronti, la nostra avversione per il grasso, una parola quasi proibita, che la società odierna, dalla pubblicità ai media, ha abolito dal suo vocabolario e che ha trasformato in stigma, tabù, qualcosa da cui fuggire e non considerare tollerabile.
Ma non solo. Sposando questa convinzione ed esprimendoci attraverso il diet talk, possiamo offendere o creare disagio nelle persone che ci ascoltano e ci circondano, o, ancora peggio, innescare in loro pensieri negativi e meccanismi pericolosi riguardo all’approccio nei confronti de cibo. Molto spesso, infatti, ci lasciamo andare in alcune delle dichiarazioni sopracitate proprio di fronte a persone grasse che possono sentirsi offese e umiliate, persone per cui il peso non costituisce un problema ma che devono scendere ai patti con il fatto che lo è per le persone che hanno intorno, che non smettono di ricordarglielo.
Questi commenti possono poi giungere a persone che soffrono di disturbi alimentari, che stanno lottando da anni per trovare un equilibrio o che ne sono usciti con fatica e convivono con la paura di ricaderci, per cui una semplice frase può trasformarsi in un ricordo doloroso e scatenare nuove crisi.
Come rispondere al diet talk
Sono diversi i metodi che abbiamo a disposizione per affrontare i diet talk. Ecco alcuni dei più efficaci.
- Cambiare conversazione cercando di dirottare il discorso su temi più interessanti: anche molto semplicemente su quanto sia buono quel caffè che state bevendo, un commento sull’ultima serie TV che avete visto o una domanda inerente alla vita del vostro interlocutore così che possa impegnarsi in un altro argomento.
- Stare in silenzio. Anche questo secondo atteggiamento può essere particolarmente eloquente e utile: non asseconda un’abitudine tutt’altro che virtuosa che può creare problemi anche alle altre persone che ascoltano il discorso.
- Se l’atmosfera che si crea risulta molto pesante e fastidiosa, e non sapete come uscirne ma non avete l’energia di affrontare una discussione, potreste anche scegliere di abbandonare la stanza o allontanarvi dalla situazione con una motivazione precisa, e poi tornare approfittandone per cambiare discorso o sperare che sia già stato fatto dai presenti.
- Se i commenti e le considerazioni vengono fatte da un estraneo, potete rispondere in modo assertivo, attraverso delle frasi che mostrino con chiarezza ed educazione la vostra opinione a riguardo. Ad esempio, potete ricorrere a una di queste: “Io credo che il nostro comportamento alimentare non ci autodefinisca, né debba essere materia di giudizio“, “Penso sia molto più salutare parlare di quanto sia buono o meno buono un cibo, piuttosto che concentrarsi su quanto sia il caso di mangiarne”, “Ogni persona sceglie di approcciarsi al cibo come preferisce, ed è giusto che lo faccia in piena libertà, senza che gliene venga fatta una colpa“.
- Specie con persone con cui si ha una maggiore confidenza, si può spiegare la propria idea con sincerità, intavolare una discussione costruttiva e indurre i nostri interlocutore a sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti della tematica.
- L’obiettivo non è quello di convincere gli altri, ma esprimere il nostro parere senza lasciarsi sopraffare dalla situazione, mostrando un punto di vista che può fornire ai nostri interlocutori una nuova angolazione da cui vedere le cose e far scaturire in loro delle riflessioni utili, che potrebbero indurli a non rimettere in atto in futuro questi comportamenti con eccessiva leggerezza.