In una cultura come la nostra molto grassofobica, le foto del prima e dopo, soprattutto nel mio lavoro, sono all’ordine del giorno.
Oggi però vorrei riflettere con voi sul perché sono problematiche.
Cosa pensiamo quando le guardiamo? Che sensazioni ci trasmettono? Fanno davvero vedere se un professionista della salute è bravo o meno nel suo lavoro? Quel corpo sarà poi più felice dopo aver perso quel peso?
La risposta non c’è, perché in realtà non conosciamo quella persona, non possiamo capire le sue emozioni e la sua salute in base a due immagini.
In più un corpo messo lì (magari senza neanche la testa) diventa un vero e proprio oggetto da esposizione.
Vogliamo davvero considerare il nostro corpo come un oggetto? Non credo proprio. Nessuno lo merita.
Ecco perché il mio modo di lavorare non contempla questo genere di pubblicità. Ogni persona può essere felice e in salute indipendentemente dal peso o dalla forma del corpo che ha.
Sia per il Paziente che per il Professionista, la misura del proprio valore, delle proprie capacità, non deve assolutamente passare in maniera esclusiva attraverso i risultati ottenuti sulla bilancia, i numeri, i centimetri, piuttosto attraverso l’acquisizione della consapevolezza e il riconoscimento di tutte quelle modificazioni comportamentali che porteranno ad un miglioramento dello stile di vita e alla stabilizzazione del peso raggiunto.
È molto svilente ridurre un intero percorso nutrizionale, fatto di mille sfaccettature, di cadute e risalite, nuove abitudini e scoperte alimentari, ad un temporaneo obiettivo immortalato con una foto: è un processo molto personale che a volte puo’ manifestarsi con il miglioramento della qualità della vita, dello stato di salute, del rapporto con se’ stessi e con gli altri.
L’equilibrio e la consapevolezza raggiunti non sono fotografabili.