Al contrario di quello che comunemente si può pensare, Kamut non è una varietà di cereale ma il nome commerciale che l’Azienda americana Kamut International ha posto sul comune Grano Khorasan originario dell’Iran e appartenente al genere Triticum. Quindi è frumento (grano) esattamente come, ad esempio, il famoso grano duro usato per la pasta.
Comprare la pasta di Kamut equivale a dire comprare le altre marche che troviamo nei supermercati. Ovviamente in termini di gusto e di composizione un minimo di differenza c’è, ma a parte questo non ha nessuna proprietà salutistica degna di nota. Il discorso è sempre lo stesso: non è un singolo alimento a poter fare la differenza, bensì l’abitudine alimentare nel suo insieme, e ancor più in generale lo stile di vita.
C’è anche questo aspetto: in quanto frumento, contiene glutine, quindi non è adatto ai celiaci. Vero è che può risultare più digeribile, ma esattamente come i suoi “cugini” farro, grano monococco o senatore cappelli.
Oltretutto, sappiate che se proprio vi piace il grano Khorasan e volete acquistarne la farina, il pane o la pasta (per il gusto e non per le proprietà che non ha) esistono anche coltivatori Italiani che lo commercializzano: lo troverete con il nome “Khorasan” perchè il marchio “Kamut” indica solo i prodotti di appartenenza della azienda statunitense Kamut International.
Che, nonostante sul nostro territorio siano appunto disponibili coltivazioni locali, noi italiani portiamo quasi il 50% del fatturato globale alla Kamut International.
Oltretutto c’è un’affascinante leggenda che racconta del suo arrivo nel mondo moderno che rende il tutto ancora più mistico. Se volete leggerla, oltre a scoprire tutti i retroscena di questo cereale così in voga, vi straconsiglio l’articolo “Che ne sai tu di un campo di Kamut” di @dario.bressanini su Le Scienze.
La continua ricerca verso cibi “sani e di moda” passa anche attraverso il Kamut, che quindi non è nulla di speciale, se non un marchio registrato e una ben riuscita strategia di marketing.